Cime in dyneema marine e cime per alpinismo
#1
Stavo vedendo che nei negozi di outdoor ci sono delle ottime cime in materiale esotico con calza per uso da scalata a prezzi interessanti ma soprattutto con caratteristiche migliori. Ad esempio in un negozio ad Osaka vendevano un matassa di 60 mt di cima del 10,1 mm con carico di rottura di 9000 kg (costo circa 20000 yen +- 160 euro), mentre il dyneema migliore con calza che vendo in vendita nei negozi di nautica europei al massimo arrivano a 5-6000 kg di carico di rottura e costano più del doppio.
Qualcuno ha mai approfondito l'argomento delle differenze tra le cime per uso marino e quelle per alpinismo e se quest'ultime vanno bene in barca?
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#2
Quelle per alpinismo devono essere molto più elastiche in modo che se cadi ammortizzano un pò.
Quindi, al posto del dyneema non possono andare, magari per legare il gommone si.
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#3
Citazione:Messaggio di kermit
Stavo vedendo che nei negozi di outdoor ci sono delle ottime cime in materiale esotico con calza per uso da scalata a prezzi interessanti ma soprattutto con caratteristiche migliori. Ad esempio in un negozio ad Osaka vendevano un matassa di 60 mt di cima del 10,1 mm con carico di rottura di 9000 kg (costo circa 20000 yen +- 160 euro), mentre il dyneema migliore con calza che vendo in vendita nei negozi di nautica europei al massimo arrivano a 5-6000 kg di carico di rottura e costano più del doppio.
Qualcuno ha mai approfondito l'argomento delle differenze tra le cime per uso marino e quelle per alpinismo e se quest'ultime vanno bene in barca?

Le cime per alpinismo devono ammortizzare l'eventuale caduta e quindi essere elastiche, cosa in genere non desiderata nella nautica.

Una cima da alpinismo và bene come linea di ancoraggio ma non per drizze e scotte che non devono cedere.

Viceversa se usi cime nautiche, un bel dynema quasi inestensibile, in alpinismo, anche una modesta caduta taglia in due il malcapitato.

Anche la deformazione permanente è accettabile in alpinismo, ringrazi dio di esserti salvato e butti la corda.

Le corde migliori hanno un filetto di spia, se nello strappo si rompe, butti la cima.

Big GrinBig GrinBig Grin

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#4
Grazie per le sollecite risposte, m'immaginavo una cosa del genere
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#5
concordo, ho una cima da alpinismo che in pratica uso solo per recuparare il bugliolo quando sono in testa d'albero. troppo elastica.
Marcello, ci hai provato, ma siamo sottoscopa a Gottifredi....
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#6
Citazione:mantonel ha scritto:
concordo, ho una cima da alpinismo che in pratica uso solo per recuparare il bugliolo quando sono in testa d'albero. troppo elastica.
Marcello, ci hai provato, ma siamo sottoscopa a Gottifredi....
Ancora non è detto Michele Wink, mi sembra che uno dei brevetti (non mi ricordo se Spectra o Dyneema)è giapponese devo ancora trovare il canale giusto SmileSmile
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#7
Citazione:kermit ha scritto:
Citazione:mantonel ha scritto:
concordo, ho una cima da alpinismo che in pratica uso solo per recuparare il bugliolo quando sono in testa d'albero. troppo elastica.
Marcello, ci hai provato, ma siamo sottoscopa a Gottifredi....
Ancora non è detto Michele Wink, mi sembra che uno dei brevetti (non mi ricordo se Spectra o Dyneema)è giapponese devo ancora trovare il canale giusto SmileSmile
attento che i giapponesi quando Piccoletto, fanno maleSmile
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#8
Dynema
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Il Dyneema (Gel Spun Polyethylene) è una fibra sintetica particolarmente adatta alla produzione di cavi da trazione. Viene in particolar modo utilizzato per applicazioni sportive quali il kitesurf, il parapendio, l'alpinismo, il tiro con l'arco, la pesca sia sportiva che professionale e la produzione di giubbotti antiproiettile.
I cordini in Dyneema hanno una eccezionale resistenza, paragonabile a quella dei cavi di acciaio, ma con il vantaggio di resistere molto bene agli sforzi da torsione e piegamento. A differenza della prima generazione di fili in HDPE (polietilene ad alta densità) oggi il marchio DYNEEMA ha sopperito allo svantaggio derivante dall'elevata elasticità che lo rendeva dimensionalmente poco stabile.
La fibra di Dyneema oggi prodotta ha caratteristiche particolari per resistenza rispetto al suo diametro, si parla di qualche kilogrammo per fili con diametri di circa 0,10-0,12 millimetri, ed in particolare risulta un filo che è praticamente esente da elasticità. Il brevetto per il dyneema risulta proprietà della DSM olandese e viene prodotto solo dalla stessa DSM e da un'azienda giapponese su autorizzazione.
L'estrusione della fibra di DYNEEMA avviene attraverso il raddrizzamento della catena del polietilene che in questa forma acquista le caratteristiche di HDPE (Polietilene ad alta densità) con la caratteristica di diventare una fibra con elevatissima resistenza alla trazione e assenza di elasticità. Una fibra simile per materiale e composizione è la fibra di marchio SPECTRA prodotta da un'azienda americana su proprio brevetto con caratteristiche leggermente inferiori rispetto al DYNEEMA.

Navigare senza meta può farci scoprire orizzonti inaspettati!
Buon vento! by Mario
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#9
Citazione:mantonel ha scritto:
Citazione:kermit ha scritto:
Citazione:mantonel ha scritto:
concordo, ho una cima da alpinismo che in pratica uso solo per recuparare il bugliolo quando sono in testa d'albero. troppo elastica.
Marcello, ci hai provato, ma siamo sottoscopa a Gottifredi....
Ancora non è detto Michele Wink, mi sembra che uno dei brevetti (non mi ricordo se Spectra o Dyneema)è giapponese devo ancora trovare il canale giusto SmileSmile
attento che i giapponesi quando Piccoletto, fanno maleSmile

ma a correre sono . tardi nel capire che la guerra è .
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#10
confermo quanto sopra riportato:

le cime anzi corde da alpinismo hanno un coefficiente elastico tale da assorbire, in caso di caduta dello scalatore, buona parte dell'energia cinetica allungandosi. non penso quindi possano essere utili come drizze e scotte.
ciao
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#11
però l'elasticità le rendono ottime alternative alle 'fettucce' della jackline
[b]Rock On Sail Fast!![/b]
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#12
Citazione:shein ha scritto:
però l'elasticità le rendono ottime alternative alle 'fettucce' della jackline
negativo, primo perchè le jackstay non devono essere elastiche, secondo la sezione rotonda le rende a rischio inciampo, scivolamento (effetto biglia).
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#13
Citazione:Nastro Azzurro ha scritto:
Citazione:shein ha scritto:
però l'elasticità le rendono ottime alternative alle 'fettucce' della jackline
negativo, primo perchè le jackstay non devono essere elastiche, secondo la sezione rotonda le rende a rischio inciampo, scivolamento (effetto biglia).
concettualmente ritengo che l'elasticità (ovviamente moderata) non sia un difetto, esattamente per lo stesso motivo per cui è ricercata in alpinismo.
sulla questione sezione tonda perfettamente d'accordo difatti l'ho comunque chiamata 'alternativa'. tanto più che su alcune barche le jackline (o .) trovano collocazione nell'angolo tra tuga e coperta o addirittura sullo 'spigolo superiore' della tuga, posizioni queste che generalmente non sono calpastate.
[b]Rock On Sail Fast!![/b]
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#14
sull'elasticità permettimi di dissentire, la jackstay, jackline o passerine che dir si voglia devono tenerti a bordo l'elasticità sarebbe una variante in più considerando che l'allungamento è direttamente proporzionale alla lunghezza della cima stessa, infatti per molto tempo si è impiegato per questa funzione dei cavi d'acciaio.

poi per carità una ritenuta la si può fare con qualsiasi 'corda' ma...
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#15
solo per chiarire:

una corda da alpinismo è elastica ma questo non vuol dire che se io mi metto ad un capo e tizio si mette all'altro tirando si allunga in maniera percettibile. la costante elastica è tale da dissipare energia in caso di caduta nel vuoto per tot metri. se la corda fosse statica come quelle nautiche la caduta verrebbe si fermata ma la schiena dell'alpinista verrebbe spezzata sempre che non si strappino via dalla roccia le sicure.

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#16
al di là della schiena dell'alpinista la dinamicità delle corde da roccia, deve tutelare anche la cosiddetta catena di sicurezza. Chiodo, rinvio ed eventuali cordini. Un banale salto in fattore due di un paio di metri può troncare una corda statica da 10 e mezzo. Mi sono sempre chiesto perché nelle cime d'ancoraggio non vengano usate corde dinamiche come quelle da roccia che dissiperebbero lo strattone all'ancora e alla bitta. Invece di molloni d'ormeggio costosissimi o pesi sulle cime, perché non una corda dinamica? Forse perché con l'acqua salsa si rovina?
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#17
p.s.
Francamente mi è capitato di usare altri arnesi da roccia per rinvi a terra, come vecchi dadi o nuts. E mi sono sempre chiesto: Se il fondale lo permette, perché non ancorarsi alle rocce del fondo con sistemi alpinistici (anche banale cordino su clessidra) con doppino per eventuale fuga d'emergenza e sonno garantito anche con venti da uragano?
Delirio?
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#18
Citazione:margutte ha scritto:
...Invece di molloni d'ormeggio costosissimi o pesi sulle cime, perché non una corda dinamica? Forse perché con l'acqua salsa si rovina?

Penso che tu abbia ragione quando parli di ambiente salino: forse questa è la grande differenza tra le funi impiegate in montagna e le cime impiegate in mare.
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#19
Citazione:margutte ha scritto:
al di là della schiena dell'alpinista la dinamicità delle corde da roccia, deve tutelare anche la cosiddetta catena di sicurezza. Chiodo, rinvio ed eventuali cordini. Un banale salto in fattore due di un paio di metri può troncare una corda statica da 10 e mezzo. ..

molto brutalmente, alpinisticamente parlando preferisco morire perche ho strappato le sicure in parete che rimanere appeso con la schiena spezzata

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#20
scusate ma l'ambiente salino non fa particolare differenza, a bordo quanti elastici avete?

richiami delle volanti, rete sulla battagliola ragno sulla randa........
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