(02-10-2015 08:28)felix Ha scritto: [ -> ]Se il vang è correttamente dimensionato, mi spiegate la differenza nella possibilità di regolare/svergolare/cazzare la randa, con trasto o doppia scotta? Attenzione, qui si parla di doppia scotta, non di punto singoloin pozzetto! No, perché... ho la sensazione che molti parlino per sentito dire!!
E allora spiegacelo tu che ci leviamo il pensiero
Il trasto della randa serve per poter regolare bene la randa.
Siccome le barche oggi sono fatte privilegiando la comodità in pozzetto, per poter fare bimini e sprayhood che lo ricoprano interamente, si è passati al mini-trasto sulla tuga, con la scotta che arriva a metà boma, molto vicino all'attacco del vang, che di fatto aumenta gli sforzi e rende il trasto quasi inutile. Poi ci sono winches adatti per la barca della Barbie ecc. ecc.
Ma le "barche a vela" sono un'altra cosa.
(02-10-2015 08:28)felix Ha scritto: [ -> ]Se il vang è correttamente dimensionato, mi spiegate la differenza nella possibilità di regolare/svergolare/cazzare la randa, con trasto o doppia scotta? Attenzione, qui si parla di doppia scotta, non di punto singoloin pozzetto! No, perché... ho la sensazione che molti parlino per sentito dire!!
Aggiungo che il scarrellare paradossalmente e' controproducente ai fini del profilo.
Il trasto e' rettilineo mentre il boma descrive un arco.
Nun me piace senza trasto. ma ahimè:
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HR 64
Dopo le prime esperienze di navigazione con natante senza trasto, mi son messo alla ricerca della mia barca ideale che doveva assolutamente avere:
Trasto randa sulla tuga.
Carrelli Genova.
Rollaranda assolutamente no.
Gennaker.
Tutto questo perché prevedevo di navigare spesso con Ariete leggere e moltissimo di bolina stretta quando gli altri vanno a motore, e in effetti così sto facendo. Qualche AdV lo può testimoniare.
Le soddisfazioni che riesco a prendermi in crociera ad oggi sono impagabili e non tornerei più a navigare senza trasto.
Buone boline strette a tutti.
(02-10-2015 08:57)lord Ha scritto: [ -> ] (02-10-2015 08:28)felix Ha scritto: [ -> ]Se il vang è correttamente dimensionato, mi spiegate la differenza nella possibilità di regolare/svergolare/cazzare la randa, con trasto o doppia scotta? Attenzione, qui si parla di doppia scotta, non di punto singoloin pozzetto! No, perché... ho la sensazione che molti parlino per sentito dire!!
Aggiungo che il scarrellare paradossalmente e' controproducente ai fini del profilo.
Il trasto e' rettilineo mentre il boma descrive un arco.
Alla mia scotta randa, ho fatto assumere una posizione tale sul boma da consentirmi il tiro perpendicolare anche a carrello completamente sottovento, ma diciamola tutta allora, quando scarrello sotto rafficone non mi preoccupo se il profilo va a ramengo proprio alla stregua della lascata di scotta ....
(02-10-2015 08:28)felix Ha scritto: [ -> ]Se il vang è correttamente dimensionato, mi spiegate la differenza nella possibilità di regolare/svergolare/cazzare la randa, con trasto o doppia scotta? Attenzione, qui si parla di doppia scotta, non di punto singoloin pozzetto! No, perché... ho la sensazione che molti parlino per sentito dire!!
Cosa intendi per doppia scotta?
(02-10-2015 09:23)edramon Ha scritto: [ -> ]Nun me piace senza trasto.
ma ahimè:
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HR 64
Secondo me l'hanno tolto in un secondo tempo, oppure l'armatore l'ha chiesto al cantiere. Con un pozzetto centrale messo così, il trasto non è assolutamente un problema, né d'impiccio né altro.
Insomma, le uniche motivazioni sono o la pigrizia o l'ignoranza dell'uso.
Per me quando sale l'aria è bello averlo. Sotto raffica scarrello un po' e vado via tranquillo, passata la raffica lo rimetto in centro. Non mi preoccupo del profilo diverso che si forma scarrellando, penso che su una barca da crociera l'effetto sia trascurabile e con tanta aria sono più occupato a tenere la barca in rotta. Devo però dire che ho avuto in passato una barca con il trasto arcuato proprio per seguire il boma senza modificare il profilo della vela.
Unico inconveniente del lungo e robusto trasto che ho ora è che taglia il pozzetto in due da panca a panca e limita la libertà di movimento. Quando sono fermo invidio quelli che hanno un golfare al centro, che possono sganciare il paranco della scotta randa e liberare il pozzetto. Però a me piace più navigare che stare in banchina quindi sono contento così.
(02-10-2015 11:12)jacques-2 Ha scritto: [ -> ] (02-10-2015 08:28)felix Ha scritto: [ -> ]Se il vang è correttamente dimensionato, mi spiegate la differenza nella possibilità di regolare/svergolare/cazzare la randa, con trasto o doppia scotta? Attenzione, qui si parla di doppia scotta, non di punto singoloin pozzetto! No, perché... ho la sensazione che molti parlino per sentito dire!!
Cosa intendi per doppia scotta?
Intendo due scotte, una a dritta ed una a sinistra. Quando navighi una ti viene sopravvento ed una sotto. Col vang puntato all'altezza desiderata, con poco vento si lavora con la scotta sopravvento e si riesce a portare il boma su svergolando la vela quanto uno crede, con il vento forte si lavora con la sottovento, aiutandosi con la sopravvento per avere maggior precisione. Ne' più ne' meno che lo stesso ed identico lavoro del trasto, con il risultato di non avere un carrello che in caso di svarioni possa tranciare qualche dito, senza ingombri in pozzetto. Certo, in regata è tutto più preciso col trasto.... ma realmente... quanto???? Unico inconveniente? Un winch in più. Ma si risparmia il trasto. Un ulteriore vantaggio? Con vento forte, in strambata, non c'è bisogno di portare la randa al centro; basta asciugare la scotta sopravvento al winch e dare uno, due o tre volte (in base all'intensità del vento). Un perfetto ammortizzatore di boma. I più "navigati" riusciranno anche a recuperare un paio di bracciate prima che la randa strambi.
(02-10-2015 14:04)Klaus Ha scritto: [ -> ] (02-10-2015 09:23)edramon Ha scritto: [ -> ]Nun me piace senza trasto.
ma ahimè:
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HR 64
Secondo me l'hanno tolto in un secondo tempo, oppure l'armatore l'ha chiesto al cantiere. Con un pozzetto centrale messo così, il trasto non è assolutamente un problema, né d'impiccio né altro.
Insomma, le uniche motivazioni sono o la pigrizia o l'ignoranza dell'uso.
È l'armo opzionale con scotta comandata con due pulsanti sulla chiesuola.
In pratica un pistone idraulico nel boma cazza e lasca la scotta, il capo in coperta è fisso e si muove quello nel boma. Molto utile per chi naviga con equipaggio ridotto all'osso in condizioni dure.
In alternativa ci dovrebbe essere l'armo classico come in tutti gli hr con pozzetto centrale, cioè trasto bello lungo e scotta classica.
(02-10-2015 14:49)felix Ha scritto: [ -> ]Intendo due scotte, una a dritta ed una a sinistra. Quando navighi una ti viene sopravvento ed una sotto. Col vang puntato all'altezza desiderata, con poco vento si lavora con la scotta sopravvento e si riesce a portare il boma su svergolando la vela quanto uno crede, con il vento forte si lavora con la sottovento, aiutandosi con la sopravvento per avere maggior precisione. Ne' più ne' meno che lo stesso ed identico lavoro del trasto, con il risultato di non avere un carrello che in caso di svarioni possa tranciare qualche dito, senza ingombri in pozzetto. Certo, in regata è tutto più preciso col trasto.... ma realmente... quanto???? Unico inconveniente? Un winch in più. Ma si risparmia il trasto. Un ulteriore vantaggio? Con vento forte, in strambata, non c'è bisogno di portare la randa al centro; basta asciugare la scotta sopravvento al winch e dare uno, due o tre volte (in base all'intensità del vento). Un perfetto ammortizzatore di boma. I più "navigati" riusciranno anche a recuperare un paio di bracciate prima che la randa strambi.
Sai che non ce l'ho in mente? Se non ti scoccia, hai una foto, un disegnino, un link.....?
Grazie
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ma su una barca di 6 mt vale la pena metterlo ???
(02-10-2015 07:51)st00042 Ha scritto: [ -> ]Comunque, come mi fece notare qualcuno qua sul forum, non bisogna confondere la lunghezza lineare del trasto tra tuga e pozzetto con l'angolo che invece lo stesso permette al boma.
E' vero che in tuga è più corto ma il movimento angolare potrebbe essere quasi uguale.
Ovviamente la minor escursione lineare preclude una precisione superiore.
Non so invece se l'applicazione del punto di forza a metà (o meno) del boma rispetto all'estremità possa generare qualche problema in più
In questo pago ovviamente la mia inesperienza con trasti di altro tipo, ho usato praticamente solo in tuga. Io onestamente noto una gran differenza tra sopravvento e sottovento, e non me la sentirei di dire che non serve a nulla, mi ha permesso (permettendomi maggiore velocità o minore sbandamento, dipende dalle situazioni) più volte di avere dei risultati usandolo.
Ecco, per esempio una cosa che non ho ancora imparato ad usare a modino è il carrello del genoa, un po' perché sulla barca che ho in uso regolarlo è un po' una rottura, un po' perché quando ho provato a sperimentarne l'uso non ho notato notevoli cambiamenti, comunque non a livello di quelli dati dall'uso del trasto randa.
(02-10-2015 16:15)felix Ha scritto: [ -> ] (02-10-2015 15:16)jacques-2 Ha scritto: [ -> ] (02-10-2015 14:49)felix Ha scritto: [ -> ]Intendo due scotte, una a dritta ed una a sinistra. Quando navighi una ti viene sopravvento ed una sotto. Col vang puntato all'altezza desiderata, con poco vento si lavora con la scotta sopravvento e si riesce a portare il boma su svergolando la vela quanto uno crede, con il vento forte si lavora con la sottovento, aiutandosi con la sopravvento per avere maggior precisione. Ne' più ne' meno che lo stesso ed identico lavoro del trasto, con il risultato di non avere un carrello che in caso di svarioni possa tranciare qualche dito, senza ingombri in pozzetto. Certo, in regata è tutto più preciso col trasto.... ma realmente... quanto???? Unico inconveniente? Un winch in più. Ma si risparmia il trasto. Un ulteriore vantaggio? Con vento forte, in strambata, non c'è bisogno di portare la randa al centro; basta asciugare la scotta sopravvento al winch e dare uno, due o tre volte (in base all'intensità del vento). Un perfetto ammortizzatore di boma. I più "navigati" riusciranno anche a recuperare un paio di bracciate prima che la randa strambi.
Sai che non ce l'ho in mente? Se non ti scoccia, hai una foto, un disegnino, un link.....?
Grazie
Una cosa così, ok?
http://newimages.yachtworld.com/resize/1...9383312000
Beh, non è proprio la stessa cosa. Con il trasto (meglio se curvo), una volta regolati scotta e vang per lo svergolamento voluto, basta spostare il carrello; con il sistema a punti fissi divaricati in tuga, quando si interviene sulla scotta, oltre che ad uno spostamento laterale si aggiunge, inevitabilmente, anche uno spostamento verso il basso, costringendoti ad intervenire ulteriormente sulle regolazioni.
Comunque, agli effetti del risultato finale, meglio che con ponticello fisso al centro (anche se molto più laborioso).
ciao
(02-10-2015 07:51)st00042 Ha scritto: [ -> ]Comunque, come mi fece notare qualcuno qua sul forum, non bisogna confondere la lunghezza lineare del trasto tra tuga e pozzetto con l'angolo che invece lo stesso permette al boma.
E' vero che in tuga è più corto ma il movimento angolare potrebbe essere quasi uguale.
Ovviamente la minor escursione lineare preclude una precisione superiore.
Non so invece se l'applicazione del punto di forza a metà (o meno) del boma rispetto all'estremità possa generare qualche problema in più
Quel qualcuno si presenta e alle tue considerazioni corrette aggiunge:
il trasto in tuga, anche se spesso l'apertura angolare è superiore di un trasto in pozzetto, purtroppo risulta quasi impossibile (con un po' d'aria) regolarlo a mano dato che lo sforzo è ca il doppio.
ciao
(02-10-2015 19:04)Mrfool Ha scritto: [ -> ]Ecco, per esempio una cosa che non ho ancora imparato ad usare a modino è il carrello del genoa, un po' perché sulla barca che ho in uso regolarlo è un po' una rottura, un po' perché quando ho provato a sperimentarne l'uso non ho notato notevoli cambiamenti, comunque non a livello di quelli dati dall'uso del trasto randa.
Sono due manovre che portano a regolazioni completamente diverse: (scotte a parte) variando la posizione del carrello randa (meglio su trasto curvo), si interviene solo sull'angolo di incidenza della vela con il vento apparente, mentre sul carrello genoa si agisce sullo svergolamento e la forma.
ciao
(02-10-2015 21:09)einstein Ha scritto: [ -> ] (02-10-2015 19:04)Mrfool Ha scritto: [ -> ]Ecco, per esempio una cosa che non ho ancora imparato ad usare a modino è il carrello del genoa, un po' perché sulla barca che ho in uso regolarlo è un po' una rottura, un po' perché quando ho provato a sperimentarne l'uso non ho notato notevoli cambiamenti, comunque non a livello di quelli dati dall'uso del trasto randa.
Sono due manovre che portano a regolazioni completamente diverse: (scotte a parte) variando la posizione del carrello randa (meglio su trasto curvo), si interviene solo sull'angolo di incidenza della vela con il vento apparente, mentre sul carrello genoa si agisce sullo svergolamento e la forma.
ciao
si lo so, solo che dal carrello genoa non ho ancora imparato a trarre i giusti benefici
(02-10-2015 16:15)felix Ha scritto: [ -> ]Una cosa così, ok?
http://newimages.yachtworld.com/resize/1...9383312000
Ok, grazie, non ne avevo mai viste....
Stavo per obiettare una cosa, ma poi l'ha già scritta Einstein, al quale mi associo.
Citazione:Beh, non è proprio la stessa cosa. Con il trasto (meglio se curvo), una volta regolati scotta e vang per lo svergolamento voluto, basta spostare il carrello; con il sistema a punti fissi divaricati in tuga, quando si interviene sulla scotta, oltre che ad uno spostamento laterale si aggiunge, inevitabilmente, anche uno spostamento verso il basso, costringendoti ad intervenire ulteriormente sulle regolazioni.